Piantiamola! Si, piantiamola con il moralismo, con il bigottismo, con la chiusura e con una cultura bacchettona, indifferente e inefficace davanti ad un mondo che gira più veloce del nostro paese.
Da questa considerazione nasce l'iniziativa di Venerdì 17 aprile 2015: Piantiamola! Cannabis: una legge stupefacente?, tenutasi presso il centro sociale occupato Labas, in via Orfeo 46, che ha visto la partecipazione di Daniele Farina e Giovanni Paglia, deputati di Sinistra Ecologia e Libertà e primi firmatari della proposta di legge per la libera coltivazione e commercializzazione della marijuana e dei suoi derivati, di Elia De Caro, dell'Associazione Antigone, di Enrico Fletzer, membro di Encod (The European Coalition for Just and Effective Drug Policies) e di Alvise Gris, di Làbas.
Un'iniziativa alla quale abbiamo attribuito una centrale importanza e che per noi non costituisce un punto d'approdo, ma al contrario un punto di ritrovo e partenza per intraprendere quel cammino di emancipazione e modernizzazione culturale di cui ha bisogno l'Italia, impantanata in uno sterile conservatorismo che ostruisce l'iter verso la costruzione di un paese moderno e al passo con i tempi.
Abbiamo scelto di parlare della legalizzazione della cannabis perché siamo fortemente convinti che la Sinistra debba scuotere la coscienze e inoltre porre fine ad una cultura retrograda, fatta di sciocche, banali e ideologiche prese di posizione, che ci portano indietro nel tempo e non tengono conto dell'evoluzione dei tempi e dei cambiamenti che quest'ultima implica.
Legalizzare la coltivazione e la commercializzazione della marijuana e dei suoi derivati significa sottrarre un immenso patrimonio economico alla criminalità organizzata.
Significa garantire al consumatore una maggiore garanzia e sicurezza del prodotto venduto.
Significa evitare il rischio di passare all'uso di sostanze più dannose sotto esortazione del narcotrafficante o dello spacciatore di turno e dunque evitare di creare dipendenze da sostanze più dannose.
Abbiamo ritenuto fondamentale organizzare questa iniziativa perché siamo fermamente convinti del fatto che la repressione e il proibizionismo abbiano palesemente fallito.
Quasi il 10 % della popolazione italiana fa uso di marijuana in maniera non occasionale, per diletto o per motivi medici.
Il 25 % della popolazione italiana fa uso di marijuana in maniera occasionale e il 32 % della popolazione italiana ha fumato cannabis almeno una volta nella vita.
Ciò significa che se lo stato legalizzasse la coltivazione e la commercializzazione di marijuana e dei suoi derivati garantirebbe miliardi di introiti alle sue casse e potrebbe utilizzare questi entrate per il reddito di cittadinanza.
Il proibizionismo e la repressione fanno il gioco della criminalità organizzata, consentendogli di guadagnare una grandissimo patrimonio economico sul mercato nero di questo prodotto.
Già altri paesi hanno imboccato strade alternative e hanno legalizzato la cannabis nelle più svariate formule legislative (Uruguay, Portogallo, Spagna, Alaska, Colorado e Washington).
Allora invece di trincerare il nostro paese in una arretratezza medievale, prendiamo atto del fatto che il mondo nel frattempo è andato avanti e che a nulla giova rimanere indietro e impedire all'Italia di rendersi protagonista di un risveglio civile e culturale, che ci consentirebbe di toglierci dalla solita posizione di fanalino di coda di un'Europa che nel frattempo si evolve, come dimostra il fatto che l'Europarlamento con 390 voti favorevoli ha decretato il riconoscimento delle unioni civili e del matrimonio tra persone dello stesso sesso, considerando ciò un diritto umano e compiendo un importante passo in avanti verso il riconoscimento dei diritti e verso la costruzione di una società moderna e priva di discriminazioni.
SEL ha il dovere di evidenziare il fallimento delle politiche repressive e proibizioniste e muoverci in una direzione opposta a questa, che ha comportato l'arricchimento della criminalità organizzata, l'intasamento di carceri e tribunali, un impedimento alla cura dei malati, l'accusa e l'emarginazione dei consumatori di cannabis e che ha ottenuto l'effetto contrario di quello che si era prefisso, in quanto più si è represso e più è cresciuto l'uso della marijuana.
Risulta significativo il caso del Colorado, dove l’eliminazione delle pene detentive per i piccoli reati connessi alla marijuana fa risparmiare tra i 12 e i 40 milioni di dollari all’anno, mentre il gettito fiscale della legalizzazione nei primi 6 mesi del 2014 è stato superiore ai 30 milioni di dollari comprendendo la marijuana per uso medico.
Per volontà referendaria, le entrate fiscali saranno destinate al sistema scolastico e alla sensibilizzazione contro l’abuso di stupefacenti.
Per il piccolo Colorado (5 milioni di abitanti) la legalizzazione della marijuana ha rappresentato un business di quasi 1 miliardo di dollari sottratto all’economia criminale, con un potenziale di nuovi occupati di circa 10.000 unità (2000 dei quali già realizzatisi, secondo il Marijuana Industry Group statunitense).
E' con questi dati, numeri e percentuali che occorre riflettere e fare i conti.
Per questo abbiamo dato priorità a questa iniziativa, a questo tema politico attuale e di cui non si può parlare nel chiuso delle proprie stanze e dei propri circoli di riferimento.
La nascita di un intergruppo parlamentare favorevole alla proposta di legge in questione è la dimostrazione che qualcosa sia iniziato a cambiare e che finalmente questo tema non venga più trattato e affrontato solo a Sinistra e non venga concepito come un “tema scottante”, è la riprova della nascita di un nuovo e differente clima politico e culturale, con lo sguardo rivolto in avanti e non più indietro.
Alla domanda posta sulla locandina dell'evento “Una legge stupefacente?” rispondiamo convintamente e fermamente di SI!
Si tratta davvero di una legge stupefacente, che ci consente di uscire da una condizione di arretratezza culturale e di smetterla di essere sempre e comunque il paese dei tabù.
E' giunto il momento di piantarla!
E’ arrivato il momento di liberarci dalle catene dell’ignoranza e dei pregiudizi e di scrivere una storia nuova.
Michele Petruzzo
Circolo SEL Gian Maria Volontè