di Michele Petruzzo
Italicum. Un ulteriore indelebile lutto per la democrazia italiana, nata dal sacrificio dei partigiani.
Qualcosa che ha spaventosi precedenti nella storia italiana.
Porre la questione di fiducia sull'Italicum è una forma di fascismo istituzionale, una incredibile forzatura e una forma di ricatto politico, che ancora una volta Renzi, nella sua strafottenza e arroganza ha realizzato, non tenendo conto di divergenze e opposizioni.
Una cosa del genere è accaduta soltanto due volte nella nostra storia: nel 1923, in epoca fascista con la legge Acerbo, e nel 1953 con la legge truffa.
Ecco, pensare di andare in tale direzione è spaventoso, perché significherebbe regredire e introdurre tendenze politiche antidemocratiche.
Italicum. Un ulteriore indelebile lutto per la democrazia italiana, nata dal sacrificio dei partigiani.
Qualcosa che ha spaventosi precedenti nella storia italiana.
Porre la questione di fiducia sull'Italicum è una forma di fascismo istituzionale, una incredibile forzatura e una forma di ricatto politico, che ancora una volta Renzi, nella sua strafottenza e arroganza ha realizzato, non tenendo conto di divergenze e opposizioni.
Una cosa del genere è accaduta soltanto due volte nella nostra storia: nel 1923, in epoca fascista con la legge Acerbo, e nel 1953 con la legge truffa.
Ecco, pensare di andare in tale direzione è spaventoso, perché significherebbe regredire e introdurre tendenze politiche antidemocratiche.
Si, proprio Renzi, che il 15 gennaio del 2014 twittava: “Legge elettorale. Le regole si scrivono tutti insieme, se possibile. Farle a colpi di maggioranza è uno stile che abbiamo sempre contestato”.
Proprio Renzi, l'emblema della contraddizione e del paradosso.
Proprio Renzi, che annunciava di voler rottamare e poi è finito per riciclare.
Sono giorni tristi per la nostra democrazia, in quanto il governo sta progressivamente restringendo gli spazi democratici, sta forzando passaggi e sta uccidendo il pluralismo democratico, la discussione e il confronto, componenti tipiche ed essenziali della democrazia.
Ecco perché ci troviamo di fronte all'ennesimo torto, all'ennesima ingiustizia realizzata ai danni della democrazia.
La democrazia non può essere trattata in questa barbara maniera.
La democrazia, che partorisce il confronto, il dibattito, la discussione, le divergenze, non può essere radicalmente stravolta da chi guida il partito democratico, per l'appunto.
Norberto Bobbio affermava che «La discordia è il sale della democrazia» e se si dimentica questo allora vuol dire che si sta andando nella direzione sbagliata e si stanno riaprendo contesti e scene di mussoliniana memoria.
L'Italicum con il “doppio turno nazionale” non consente coalizioni, rafforza i poteri del leader di un partito, spezzetta il sistema politico e inaugura un presidenzialismo, che però non ha i consueti contro-poteri.
Inoltre i capilista bloccati contribuiranno alla formazione di una camera sempre più assoggettata al presidente del consiglio.
Ecco sono queste le ragioni per cui ci opponiamo fermamente all'Italicum e alla maniera in cui si è votato ed è passato.
L'Italicum porta con se ripercussioni negative; ha causato ulteriori scissioni, ha profondamente turbato l'ordinamento democratico del nostro paese e ha generato un nuovo Aventino all'interno del Parlamento.
Ma è comunque passato e questo fa riflettere.
Si, fa capire quanto potere ricattatorio ha ormai Matteo Renzi, che usa tale arma a suo vantaggio e che sbeffeggia dalla sua corte e con il suo scettro chi non condivide le sue posizioni.
L'Italicum è una delle tante dimostrazioni della deriva autoritaria del governo renziano e delle sue politiche, che mirano a dissolvere il pluralismo democratico.
L'Italicum è l'ennesima imposizione, l'ennesimo diktat che arriva dall'alto.
Ritorna in auge la disciplina di partito, che comporta uno squallido e triste inaridimento della democrazia.
E ciò emerge anche dal fronte scuola. L'istruzione ancora una volta calpestata da politiche inefficaci e incompetenti, che maltrattano la cultura e distolgono lo sguardo dai concreti e reali problemi.
Il governo non ha accelerato nelle procedure di assunzione dei precari, vuole conferire al preside il potere di selezionare arbitrariamente gli insegnanti dall'Albo, vuole garantire ulteriori risorse alle scuole private e non guarda agli studenti bisognosi.
Affidare la scelta dei docenti ai presidi significa uccidere la libertà d'insegnamento, significa promuovere un'orrenda cultura del potere, significa realizzare uno scandaloso potenziamento del singolo individuo al comando. Il culto dei capi è il contrario della democrazia e della libertà.
L'ennesima analogia con il regime fascista, l'ennesima vergogna.
Tutto questo realizzato da una partito che nel suo nome presenta l'aggettivo "democratico".
Davvero non riesco a vedere nulla di buono in questo DDL e stento a credere che sia questa la “Buona scuola”.
Ancora una volte viene penalizzata la scuola, ancora una volta si penalizza il luogo di costruzione del futuro, il tempio della cultura.
Le piazze piene e colorate sono la risposta a questo DDL e al governo Renzi. E' in quelle piazze che sta la buona scuola.
La spaventosa deriva renziana sta entrando in ogni ambito, in ogni settore.
La tendenza al coagulo dei poteri in una sola figura, la mancata attenzione a chi ha più bisogno, la strafottenza verso chi la pensa diversamente.
Sono questi i modi di fare tipicamente renziani, che costituiscono un serio pericolo per la nostra democrazia.
Non si può più tollerare una simile politica, che passa attraverso l'arroganza e il ricatto, che passa attraverso i colpi di una maggioranza sempre più assoggettata alla volontà di un leader, non votato da nessuno.
Il mito del Renzismo sta spaventosamente prendendo il sopravvento e la deriva renziana va contrastata con una seria e radicale opposizione, capace di impedire le svolte autoritarie e antidemocratiche, per il bene del paese e della democrazia.
Ora più che mai c'è bisogno di sinistra.
Proprio Renzi, l'emblema della contraddizione e del paradosso.
Proprio Renzi, che annunciava di voler rottamare e poi è finito per riciclare.
Sono giorni tristi per la nostra democrazia, in quanto il governo sta progressivamente restringendo gli spazi democratici, sta forzando passaggi e sta uccidendo il pluralismo democratico, la discussione e il confronto, componenti tipiche ed essenziali della democrazia.
Ecco perché ci troviamo di fronte all'ennesimo torto, all'ennesima ingiustizia realizzata ai danni della democrazia.
La democrazia non può essere trattata in questa barbara maniera.
La democrazia, che partorisce il confronto, il dibattito, la discussione, le divergenze, non può essere radicalmente stravolta da chi guida il partito democratico, per l'appunto.
Norberto Bobbio affermava che «La discordia è il sale della democrazia» e se si dimentica questo allora vuol dire che si sta andando nella direzione sbagliata e si stanno riaprendo contesti e scene di mussoliniana memoria.
L'Italicum con il “doppio turno nazionale” non consente coalizioni, rafforza i poteri del leader di un partito, spezzetta il sistema politico e inaugura un presidenzialismo, che però non ha i consueti contro-poteri.
Inoltre i capilista bloccati contribuiranno alla formazione di una camera sempre più assoggettata al presidente del consiglio.
Ecco sono queste le ragioni per cui ci opponiamo fermamente all'Italicum e alla maniera in cui si è votato ed è passato.
L'Italicum porta con se ripercussioni negative; ha causato ulteriori scissioni, ha profondamente turbato l'ordinamento democratico del nostro paese e ha generato un nuovo Aventino all'interno del Parlamento.
Ma è comunque passato e questo fa riflettere.
Si, fa capire quanto potere ricattatorio ha ormai Matteo Renzi, che usa tale arma a suo vantaggio e che sbeffeggia dalla sua corte e con il suo scettro chi non condivide le sue posizioni.
L'Italicum è una delle tante dimostrazioni della deriva autoritaria del governo renziano e delle sue politiche, che mirano a dissolvere il pluralismo democratico.
L'Italicum è l'ennesima imposizione, l'ennesimo diktat che arriva dall'alto.
Ritorna in auge la disciplina di partito, che comporta uno squallido e triste inaridimento della democrazia.
E ciò emerge anche dal fronte scuola. L'istruzione ancora una volta calpestata da politiche inefficaci e incompetenti, che maltrattano la cultura e distolgono lo sguardo dai concreti e reali problemi.
Il governo non ha accelerato nelle procedure di assunzione dei precari, vuole conferire al preside il potere di selezionare arbitrariamente gli insegnanti dall'Albo, vuole garantire ulteriori risorse alle scuole private e non guarda agli studenti bisognosi.
Affidare la scelta dei docenti ai presidi significa uccidere la libertà d'insegnamento, significa promuovere un'orrenda cultura del potere, significa realizzare uno scandaloso potenziamento del singolo individuo al comando. Il culto dei capi è il contrario della democrazia e della libertà.
L'ennesima analogia con il regime fascista, l'ennesima vergogna.
Tutto questo realizzato da una partito che nel suo nome presenta l'aggettivo "democratico".
Davvero non riesco a vedere nulla di buono in questo DDL e stento a credere che sia questa la “Buona scuola”.
Ancora una volte viene penalizzata la scuola, ancora una volta si penalizza il luogo di costruzione del futuro, il tempio della cultura.
Le piazze piene e colorate sono la risposta a questo DDL e al governo Renzi. E' in quelle piazze che sta la buona scuola.
La spaventosa deriva renziana sta entrando in ogni ambito, in ogni settore.
La tendenza al coagulo dei poteri in una sola figura, la mancata attenzione a chi ha più bisogno, la strafottenza verso chi la pensa diversamente.
Sono questi i modi di fare tipicamente renziani, che costituiscono un serio pericolo per la nostra democrazia.
Non si può più tollerare una simile politica, che passa attraverso l'arroganza e il ricatto, che passa attraverso i colpi di una maggioranza sempre più assoggettata alla volontà di un leader, non votato da nessuno.
Il mito del Renzismo sta spaventosamente prendendo il sopravvento e la deriva renziana va contrastata con una seria e radicale opposizione, capace di impedire le svolte autoritarie e antidemocratiche, per il bene del paese e della democrazia.
Ora più che mai c'è bisogno di sinistra.