Mentre le forme del lavoro più tradizionali, come il lavoro subordinato nell'impresa, conservano ancora una relazione tra rappresentazione e rappresentanza sociale, sebbene essenzialmente prive di un'efficace rappresentanza politica, le forme di lavoro autonomo, di seconda e terza generazione, sono sguarnite su ogni versante. Eppure, nella matrice profonda del lavoro indipendente risiedono creatività, spirito d'iniziativa e desideri di libertà che andrebbero valorizzati e non mortificati. Se questa libertà si rivela poi spesso una chimera, non è solo colpa del mercato. E' anche colpa della politica.
Per mettere a tema il lavoro indipendente, verificarne la rilevanza sociale, farlo dialogare con il lavoro "senza aggettivi" e rilanciarne la centralità politica, il Circolo Gian Maria Volontè invita la città a un incontro con Acta, Quinto Stato, Macao e le reti di precari e lavoratori indipendenti di Bologna.
- Cos'è oggi il lavoro indipendente? E' possibile organizzarlo? Ed è pensabile una sua rappresentanza politica?
- Qual è il rapporto tra libertà e flessibilità? Libertà equivale per forza a mancanza di tutele e diritti?
- Come immaginare un welfare per i lavoratori indipendenti? E come ampliare i diritti e le tutele oltre (e dentro) il rapporto di lavoro subordinato?
- Quali le nuove forme organizzative per il lavoro indipendente? L'idea di co-working può costituire una misura anti-crisi a costo zero"?
Vi aspettiamo Martedì 10 Luglio alle ore 19 con Aperitivo di Apertura e a seguire (ore 20) Assemblea presso la Sala Benjamin, via del Pratello 53.